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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Porto turistico della discordia, Cgil ribadisce: “Sviluppo non sia contro l’ambiente”

La proposta è stata presentata nel 2007, e l'ultima variazione della società Condotte d'Acqua è stata bocciata in sede di Conferenza dei Servizi. Cgil ha ribadito la sua contrarietà, in aperta polemica con la posizione del sindaco Cariddi

OTRANTO – Un progetto per il ‘nuovo’ porto turistico di Otranto che puzza di ‘vecchio’: sono passati ormai 7 anni da quando la società romana Condotte d'Acqua spa ha lanciato la sua proposta, naufragata nel mare delle diatribe. Dal 2007 ad oggi le posizioni contrastanti si sono decisamente delineate. Da una parte vi sono, infatti, gli amministratori cittadini, supportati da una parte della comunità e da numerose forze politiche, che mirano a realizzare un’infrastruttura che ritengono strategica per i flussi turistici e l’intera economia del territorio idruntino.

Dall’altra parte vi sono le ragioni di un paesaggio che rischierebbe di rimanere sfigurato e sconvolto nella sua identità, finora rappresentate dalle istituzioni, dalle associazioni ambientaliste e dalla Soprintendenza per i Beni culturali e del paesaggio che dopo aver richiesto indagini e studi approfonditi, ha espresso un parere negativo riassumibile nel concetto che “con le previste opere a terra e a mare, di fatto, si sostituirebbe l’esistente ambiente naturale di notevole e pregevole valore paesaggistico“.

Il confronto di opinioni intorno al progetto continua, però, più serrato che mai. Oggi è intervenuto anche il sindacato leccese Cgil che ha tenuto una riunione con Cgil Puglia e Fillea Cgil proprio sulla questione dello scalo idruntino. In linea con quanto stabilito nel Piano del lavoro elaborato da Cgil, la segretaria provinciale sostiene che la creazione di nuova occupazione deve provenire da un modello di sviluppo che non sia devastante per il territorio e che tuteli l’ambiente e il paesaggio per garantire un futuro di benessere per tutti e non un profitto per pochi.

“Sono sette anni che si cerca di far approvare la proposta del nuovo porto turistico di Otranto – rammentano i segretari - . La società Condotta d’Acqua ha modificato più volte la sua proposta, anche per i vari veti posti dalle istituzioni. L’ultima nuova proposta di progetto, dopo essere stata analizzata nella Conferenza di servizi in Regione Puglia dello scorso 31 di maggio, ha subito l’ennesima bocciatura”.

Cgil Puglia, che insieme a Cisl e Uil regionali fa parte della Conferenza dei servizi, determinata a seguire l’iter del progetto “senza lasciarsi fuorviare da  preconcetti”, sottolinea che sin dal principio “l’opera proposta mostrava diversi limiti”. Tali criticità, nonostante le ulteriori variazioni del progetto, sono state ribadite in sede di Conferenza.

Il sindacato si dice anche perplesso a causa “del clamore mediatico e delle esternazioni, non proprio consone a un ruolo da amministratore pubblico, che il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, ha ripetutamente mosso nei confronti dei pareri non conformi ai desiderata del progetto”.

Il 31 maggio abbiamo provato a riconfermare le nostre perplessità, derivanti soprattutto da pareri mossi dalla Soprintendenza, dalla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, dal Comitato regionale di Via, dall’Arpa Puglia, dall’ufficio ambiente della Provincia di Lecce, oltre che dai pareri negativi mossi dalle associazioni ambientaliste Wwf e Italia nostra Puglia – si legge in una nota stampa -. Abbiamo provato ad argomentare al nostra posizione facendo riferimento ai pareri autorevoli espressi dalle istituzioni pubbliche che rappresentano gli interessi collettivi a tutela delle procedure, dell’ambiente e della legalità. Così abbiamo sottolineato che, pur essendo il lavoro la nostra priorità, questo non significa che sosteniamo la creazione di occupazione senza qualità e rispetto dell’ambiente”.

Le provocazioni mosse alla segretaria regionale della Cgil Puglia avrebbero prodotto la chiusura immediata della Conferenza che si è conclusa con un giudizio negativo alla realizzazione dell’opera.

“Che dire? – aggiungono i sindacalisti - A nulla sono valse le proposte di mediazione, le richiesta ad abbassare i toni, il ragionare su un’ipotesi di riqualificazione del porto esistente, il suggerire la revisione del progetto cercando la collaborazione e il concorso di tutte le istituzioni coinvolte. Alla fine la decisione del sindaco Cariddi è stata quella di ricorrere alla presidenza del Consiglio dei ministri”.

Il sindacato si dice “stupefatto” e ribadisce la sua posizione di netta contrarietà alla realizzazione di un’opera che presenza molte criticità, in particolare sul fronte della tutela dell’ambiente e del territorio.

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