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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brusca frenata sulla strada del porto turistico: stop da Soprintendenza e Arpa

I due enti, nell'ambito della conferenza dei servizi che sta discutendo la valutazione di impatto ambientale relativo al progetto del nuovo porto di Otranto, si esprimono contro l'infrastruttura: varierebbe l'identità dei luoghi

OTRANTO - Una brusca frenata all’iter burocratico che dovrebbe portare alla realizzazione del porto turistico ad Otranto: la Soprintendenza e l’Arpa, infatti, hanno espresso il proprio no all’infrastruttura, all’interno della conferenza dei servizi che sta discutendo la valutazione di impatto ambientale.

Com’è noto, è stato presentato da tempo un progetto al varo di numerosi enti, che ha superato il bando di gara per la realizzazione dell’attesa opera nella città dei Martiri: si tratta della proposta della “Società italiana per Condotte d’Acqua Spa” che prevede la costruzione di un nuovo braccio portuale alle spalle di quello attuale, nella zona delle cosiddette Cave.

Secondo la Soprintendenza, ci sarebbe nel progetto una radicale trasformazione fisica, percettiva e visiva dell’area, con il conseguente annullamento dell’identità stessa dei luoghi. Non è la prima volta che l’ente in questione manifesta apertamente la propria contrarietà alle opere portuali. È nota la vicenda del vincolo storico monumentale nella baia del porto, che ha scatenato negli anni scorsi, una battaglia legale tra il Comune e la Soprintendenza, che ha visto Palazzo Melorio avere la meglio.

Intanto per sabato 29 marzo, il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, ha convocato una conferenza stampa in cui parlerà del lungo iter riguardante il porto turistico di Otranto e le opposizioni, di cui si è avuta notizia oggi, della Soprintendenza. Il gruppo consiliare dei Democratici Otrantini (Pd e Sel) attraverso il capogruppo, Antonio Schito, evidenzia come l’eventuale bocciatura del progetto possa rivelarsi un danno irreparabile per tutta la comunità salentina: “Il porto turistico esterno – afferma - è in grado di portare un indotto enorme per tutta l’area adriatica del Salento, l’unica opera che sia realmente in grado di portarci verso la tanto agognata destagionalizzazione”.

Per Schito, una bocciatura dopo aver trovato un’azienda come Condotta d’Acqua Spa, capace di investire 60milioni di euro in un periodo di forte recessione, dovrebbe far salire alto il grido d’allarme e di protesta della comunità salentina: Quindi, lancia un appello alla politica: “Chiediamo ai due senatori di Otranto Francesco Bruni e Dario Stefàno di intervenire, ai rappresentanti del Pd salentino, di fare sentire la loro voce”.

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