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Vincoli e incertezza delle norme: si protesta non solo per i pontili

I promotori della manifestazione di Otranto hanno denunciato il rischio di stallo per il settore turistico del Salento

OTRANTO - Convocata dal comitato "Mantenimento dei pontili" di Otranto, la manifestazione di questa mattina presso la rotatoria dalla quale ci si immette sulla strada litoranea, in direzione nord, è diventata l'occasione per protestare contro quella che viene definita la "mala burocrazia" alla quale vengono imputati ritardi e vincoli eccessivi nella realizzazione di opere e nella regolamentazione delle attività legate alla fruizione del litorale.

Secondo i manifestanti - tra i quali amministratori e rappresentanti delle associazioni di categoria -, il rischio è quello di veder spegnere la crescita del Salento in ambito turistico, con conseguenze nefaste sul relativo comparto economico. La via d'uscita proposta dallo stallo denunciato è quella di una concertazione che definisca con chiarezza delle linee guida cui tutti i portatori di interesse possano guardare senza il timore di sbattere su dinieghi e complicazioni.

Il primo nodo da sciogliere è quello dei pontili che si trovano al di sotto della cinta muraria: al momento sono sotto sequestro perché l'amministrazione comunale, impegnata in un braccio di ferro con la Soprintendenza, non ha provveduto allo smontaggio. Sulla vicenda s'è espresso il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Erio Congedo, presente al sit-in: "Mentre altri Paesi del Mediterraneo come Croazia, Montenegro, Grecia o Albania stanno già da tempo cogliendo l’opportunità con investimenti importanti che hanno fatto la fortuna di quelle terre, in Puglia si verifica una situazione paradossale: un'infrastruttura come quella costituita dai pontili di Otranto rischia di dover essere smontata e addirittura di non poter essere mantenuta con i necessari dragaggi per evitarne l’insabbiamento, per via di un caos burocratico e amministrativo e di contenzioso istituzionale che ne imporrebbe lo smontaggio nei mesi invernali decretandone di fatto la fine in considerazione della complessità dei costi, della durata, dell’impatto sull’ambiente e sull’ecosistema delle operazioni di smontaggio-rimontaggi".

A dare manforte al comitato otrantino c'erano anche i rappresentanti degli operatori balneari che hanno puntato l'indice contro "una burocrazia che impoverisce il territorio e si presenta come il principale ostacolo per il suo sviluppo". Coloro che riconoscono in Confcommercio hanno tenuto a ricordare che "nel Salento e in diversi territori, anche le aziende balneari sono ancora costrette a smontare gli impianti a causa di provvedimenti amministrativi (in particolare delle Soprintendenze) illogici e contraddittori". 

Ma all'ordine del giorno c'è anche la questione della proroga delle concessioni balneari che il precedente governo aveva concesso fino al 2033, trovando però subito dopo la resistenza di alcuni enti locali forti di pronunciamenti dei giudici che ritengono la norma in contrasto con le norme comunitarie, che sono prevalenti, orientate verso la liberalizzazione di un settore considerato appannaggio sempre delle stesse imprese.

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