souvenir di Otranto. ma il paesaggio è di altre città
In alcuni negozi della Città dei Martiri diverse immagini. Ma non sembrano affatto scorci idruntini. Il fatto è stato notato più volte e fatto presente ai commercianti, che assicurano: li ritiriamo
Tra le pratiche, in qualche modo, obbligatorie del turista come un doveroso rito da perpetuare, c'è l'acquisto dei souvenir, ossia di oggetti ed oggettini vari da portare ad amici e parenti, che non hanno potuto condividere le bellezze dei luoghi vacanzieri. Il souvenir, dunque, è spesso tra le priorità del turista, che, oltre a mare e vacanze, deve pensare ad un piccolo omaggio, che illustri in modo semplice ed efficace, ciò che è caratteristico del posto, dove ha soggiornato. "Sarà un bel souvenir" cantava Ligabue qualche anno fa. Ma cosa succederebbe se il souvenir in questione non parlasse esattamente del luogo dove si sono trascorse le proprie vacanze? E che succederebbe se il turista non se ne accorgesse e se ne accorgessero i destinatari del souvenir?
Potrebbero sembrare domande ipotetiche, quasi aleatorie. E invece non è cosi, visto che da un po' di tempo, in alcuni negozietti del centro di Otranto compaiono tra gli oggetti esposti, dei quadretti con paesaggi fantastici e naturali, dove campeggia la scritta "Otranto". Il particolare non di poco conto è che le immagini contenute su questi quadretti di certo non rappresentano Otranto. Come stabilirlo? Semplice: non c'è un solo tratto caratteristico o monumento che richiami appunto il tipico di Otranto. Eppure di "materiale" non ne manca: dalla Cattedrale, al Castello Aragonese, dagli insediamenti basiliani alla chiesa bizantina di San Pietro, dai ruderi di Casole al monumento ai Caduti, dal Lungomare degli Eroi alla Torre del Serpente, dal faro di Palascia alla Grotta Monaca, dalla Porta Alfonsina ai Bastioni dei Pelasgi.
Ed ancora tanti altri luoghi tipici di Otranto che, ad elencarli tutti, si riempirebbero negozi interi di souvenir. Eppure gli autori di queste opere sembrano aver volutamente "sottointeso" certe bellezze tipiche del luogo, regalando piuttosto souvenir amorfi di paesaggi di mare, che potrebbero tranquillamente avere al posto della scritta "Otranto", quella di "Amalfi", "Capri", "Porto Selvaggio". La presenza di questi souvenir "falsi" e neanche "d'autore" sono stati rintracciati in più negozi: i titolari si sono detti "meravigliati" e hanno promesso che ritireranno la merce dal commercio. E' un obbligo credere alla buona fede delle persone, ma va anche specificato che già da tempo erano stata segnalata la presenza di questi souvenir "atipici". C'erano, quindi, tutti i presupposti per rimuoverli. Verrebbe da chiedersi soprattutto perché non li hanno verificati prima di metterli in esposizione, ma sarebbe forse domandare troppo e riaprire inutilmente la questione dell'attenzione al turista.
Potrebbero sembrare domande ipotetiche, quasi aleatorie. E invece non è cosi, visto che da un po' di tempo, in alcuni negozietti del centro di Otranto compaiono tra gli oggetti esposti, dei quadretti con paesaggi fantastici e naturali, dove campeggia la scritta "Otranto". Il particolare non di poco conto è che le immagini contenute su questi quadretti di certo non rappresentano Otranto. Come stabilirlo? Semplice: non c'è un solo tratto caratteristico o monumento che richiami appunto il tipico di Otranto. Eppure di "materiale" non ne manca: dalla Cattedrale, al Castello Aragonese, dagli insediamenti basiliani alla chiesa bizantina di San Pietro, dai ruderi di Casole al monumento ai Caduti, dal Lungomare degli Eroi alla Torre del Serpente, dal faro di Palascia alla Grotta Monaca, dalla Porta Alfonsina ai Bastioni dei Pelasgi.
Ed ancora tanti altri luoghi tipici di Otranto che, ad elencarli tutti, si riempirebbero negozi interi di souvenir. Eppure gli autori di queste opere sembrano aver volutamente "sottointeso" certe bellezze tipiche del luogo, regalando piuttosto souvenir amorfi di paesaggi di mare, che potrebbero tranquillamente avere al posto della scritta "Otranto", quella di "Amalfi", "Capri", "Porto Selvaggio". La presenza di questi souvenir "falsi" e neanche "d'autore" sono stati rintracciati in più negozi: i titolari si sono detti "meravigliati" e hanno promesso che ritireranno la merce dal commercio. E' un obbligo credere alla buona fede delle persone, ma va anche specificato che già da tempo erano stata segnalata la presenza di questi souvenir "atipici". C'erano, quindi, tutti i presupposti per rimuoverli. Verrebbe da chiedersi soprattutto perché non li hanno verificati prima di metterli in esposizione, ma sarebbe forse domandare troppo e riaprire inutilmente la questione dell'attenzione al turista.