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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Rifiuti speciali e pericolosi in mare. Una pattumiera sommersa di 25 metri

La discarica abusiva scoperta dalla guardia costiera sul fondale, nei pressi della Torre del Serpe. Ingente la quantità di materiali scaricati nelle acque. Trovati anche frammenti di Eternit. Insadini in corso con i carabinieri

 

OTRANTO – Dal mare sorse la vita sul pianeta, nella notte dei tempi; nel mare, come ringraziamento, quello che si autodefinisce il più evoluto degli esseri viventi, scarica i suoi rottami. Uno dei tratti di costa più suggestivi del Salento è diventato, nel tempo, almeno in una porzione, anche una sorta di rampa verso una pattumiera sommersa. La discarica abusiva si trova, infatti, tra i 7 e i 16 metri di profondità, a breve distanza dalla costa, ed è stata individuata dalla guardia costiera di Otranto lungo il litorale roccioso a sud della “Città dei Martiri”, all’altezza della Torre del Serpe.

L’area è localizzata a poco più di un chilometro a sud del porto di Otranto dis1-2ed è qui che sono stati ritrovati, per una lunghezza di ben 25 metri, rifiuti d’ogni genere. Spiccano, fra l’altro, alcuni resti di un’autovettura (asse dell’auto con sospensioni e ruote complete di cerchi e pneumatici) e di un asse di un carretto con ruote di ferro alte circa un metro. E ancora, non mancano cavi elettrici con tralicci e d’acciaio, rubinetteria di arredo, tubi di ferro e altro materiale di metallo o plastica, bottiglie in vetro e persino qualche rimasuglio di lastre di famigerato Eternit.

La scoperta è nata da un’indagine condotta nell’ultimo mese dalla guardia costiera, con la collaborazione dei carabinieri della vedetta 806 Arena e delle stazioni di Otranto e Minervino, dipendenti dalla compagnia di Maglie. Gli uomini del comandante Francesco Amato si sono inoltre avvalsi della collaborazione del nucleo sommozzatori dell’associazione di volontariato di protezione civile di Palmariggi, ai quali sono state richieste ricognizioni sui fondali, fino a individuare il punto esatto in cui sorge la discarica abusiva.

Le indagini sono dirette dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, della Procura della Repubblica di Lecce. La bonifica dei fondali potrebbe già essere inserita nell’ambito delle attività del progetto “A pesca del rifiuto” (attualmente in corso a Frigole e San Foca con il recupero dei rifiuti segnalati dai diportisti nel corso dell’estate).

Non è ancora stata stimata l’esatta quantità dei rifiuti, ma è chiaro che le operazioni dovranno essere compiute con particolare attenzione, considerando le alle diverse tipologie di rifiuti (alcuni del genere pericoloso). Certo è che i rifiuti dovrebbero essere stati gettati in mare da un punto bene preciso della costa. Il moto ondoso e le correnti litoranee, hanno poi probabilmente frammentato i materiali più delicati, disponendoli a “scia” lungo i 25 metri ora individuati, e probabilmente anche oltre. 

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