rotate-mobile
Otranto Otranto

Otranto, il caso Veronica Line: un'occasione perduta?

Dopo il cambiamento di rotta (è il caso di dire) della compagnia cipriota verso Brindisi, i lettori s'interrogano con passione. Ma tra dubbi, perlessità, presunti complotti, il dubbio rimane

Sta facendo particolarmente discutere il caso della "Veronica Line", la nave cipriota che da fine settembre non sosta più nel porto di Otranto, nell'ambito dell'operazione che aveva ripristinato dopo anni la tratta Otranto-Valona. In questi giorni, diversi pareri ed interpretazioni da parte dei lettori hanno fatto da cornice a questa complessa vicenda. C'è chi, come Francesca di Lecce, si dice contenta di questa situazione visto che "la Veronica line aveva trasformato la bellissima baia di Otranto in una "laguna veneta" nel senso che ad ogni suo passaggio venivano risospesi sedimenti ed alghe che finivano per spiaggiare e sporcare il litorale"; Francesca sottolinea come "le opportunità per Otranto si devono creare e non improvvisare ..quella nave a Otranto aveva il sapore di un'improvvisazione".

Il termine "improvvisazione" ritorna spesso, tanto che anche Mimmo da Lecce si chiede se, in questo caso, il modello a cui ci si voglia ispirare sia Portofino o Livorno, visto che "una cosa è la portualità diportistica un'altra è diventare un vero e proprio scalo. Sulla stessa linea di pensiero Giulio di Otranto. Contesta, invece, proprio l'idea d'improvvisazione elena di Otranto, che elenca tutte le autorità civili e militari presenti nel giorno dell'inaugurazione della nave, a sottolineare probabilmente che tanta pubblicità non possa nascondere il rischio dell'improvvisazione. Ma forse è solo un'interpretazione. La "Voce della Minerva" di Otranto sottolinea che "la perdita del traghetto Veronica rappresenti un danno notevole per la città solo in senso relativo e non assoluto"; in fondo, "la Veronica è stato un episodio, l'ennesimo nella continua indecisione del porto di Otranto. il problema è che ancora non si è deciso quale porto si vuole. Se si vuole la Marina per gli yacht (quelli veri e non le barchette dei magliesi), o si vuole essere uno scalo prettamente commerciale (contro ogni logica e vocazione della città)".

Dello stesso avviso sembra Enrico di Otranto che afferma: "Il problema da risolvere è solo uno: cosa vogliamo che diventi il nostro porto! Se lo vogliamo "porto turistico" o "porto mercantile" (…) Dovremmo tutti sederci intorno a un tavolo e decidere la destinazione definitiva del porto, perchè le due realtà (Porto Turistico o Mercantile) non possono coesistere, diciamocelo chiaro". Lo stesso Enrico sottolinea in un altro commento che "Uno sviluppo economico del territorio non deve per forza comportare la costruzione di Alberghi sulle spiagge, o palazzi a 150 piani, uno sviluppo economico DEVE consentire la nascita di strutture, naturalmente compatibili con il territorio, non si può dire sempre no e basta! Possono nascere strutture ricettive anche tra gli ulivi (Minervino e Giurdignano insegnano) e se ci sono imprenditori locali che hanno voglia di investire in questo campo, non devono essere fermati da una politica di salvaguardia del territorio così rigida come quella attuale!".

Molti hanno appreso con rammarico la notizia della "perdita" della Veronica Line. Gabriele di Otranto sostiene che il servizio non andasse eliminato, "ma migliorato e incrementato, anche perchè abbiamo una struttura navale nuovissima". C'è chi come "Campo dei Miracoli" di Otranto lamenta che come "al solito non sono i cittadini di Otranto a prendere le decisioni per il futuro della città" 3 chi come Luciano chiede un'assemblea pubblica agli amministratori per saperne di più in merito alla vicenda. Sandro di Otranto sottolinea che le colpe di questa perdita sono da attribuire certamente ad una "miopia politica ed amministrativa", che rischia di rendere Otranto ed il Salento "sempre più periferia". Altri come Tommaso, Valerio ed Elena attribuiscono direttamente le responsabilità del tutto all'amministrazione cittadina.

A loro e a quanti rileggono politicamente la vicenda risponde Mario di Otranto, che sottolinea "L'intervallo di tempo trascorso da giugno ad oggi è troppo breve per poter concludere che tutte le negatività occorse (otrantini che emigrano, navi che partono, semafori spenti, scritte sui muri, centri di accoglienza fatiscenti, gasdotti vari, assessori che non parlano, assessori che tramano e magari anche qualche tromba d'aria) siano da ascrivere alla nuova amministrazione". Serena di Otranto chiede ironicamente: "Perchè non dare la colpa al sindaco ed a tutta l'amministrazione anche per la fame nel mondo, le guerre, la siccità, l'inquinamento...?". Quindi fa appello ad un po' di serietà, dicendo basta ad una "mentalità paesana basata su ingiustificate invidie personali". Altri come Francesco ricordano i risultati dei forum cittadini, nei quali era emerso che "per ampliare il ventaglio dell'offerta, Otranto ha senza dubbio bisogno del porto turistico (lo ha chiesto il 99% degli intervistati), che offre una prospettiva di approdo moderno alla città e inverte la tendenza che ha visto nel passato attirare solo flussi da terra verso il mare e non anche dal mare verso terra". "Sulamita" di Otranto fa notare come spesso nello spazio di LeccePrima ci siano tra i commenti "considerazioni qualunquiste e demagogiche"; quindi riferendosi allo specifico della Veronica Line mette in evidenza alcune contraddizioni: "Anche la Veronica-line è divenuto motivo di scontro e lamentale su queste pagine: ma per un'estate intera non se n'è forse lamentata la presenza ingombrante, le ripercussioni sul fondale e sulla salubrità dell'acqua e non ultimo la tratta che la vedeva protagonista? nessuno pareva entusiasta di avere un filo diretto con l'Albania, quasi sminuisse l'autorevolezza di una città turistica come Otranto e le desse meno lustro. Ed ora? Tutti sconvolti, indignati, offesi ed increduli".

Antonella di Otranto fa notare come "la Medglory abbia spiegato nel suo comunicato, come sottolineato dall'articolo, il motivo per cui la Veronica line sia andata via da Otranto, e cioè le carenze strutturali. Lo spiegano loro. Perchè allora, tra i commenti, molti cercano di fare dietrologia affibbiando all'uno e all'altro delle cose che sono invece tanto palesi?". Piergiorgio di Lecce va oltre ogni dissertazione politica, giudicando quella del trasferimento della Veronica a Brindisi "una pessima notizia poiché, avendo più volte compiuto il viaggio per Valona da Brindisi, garantisco che un ulteriore traghetto, in particolare uno grande come la "Veronica", creerà un ingorgo spaventoso, aggiungendo gravi disagi a quelli già esistenti a Brindisi, dove le strutture sono leggermente superiori ad Otranto, con un carico di lavoro, tuttavia, decuplicato...". Piergiorgio conclude con una constatazione amara: "Come al solito tutto a svantaggio dei consumatori - viaggiatori, di cui penso non importi nulla a nessuno". Ma tra disagi, presunti complotti, punti di vista tanto diversi, la sostanza non cambia: la Veronica Line è approdata nel porto brindisino. E tutte le dissertazioni di queste pagine non hanno risolto il dubbio amletico: occasione perduta o manna dal cielo?

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Otranto, il caso Veronica Line: un'occasione perduta?

LeccePrima è in caricamento