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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Aria buona ad Otranto… ma le spiagge libere languono

Presentati i risultati delle rilevazioni delle biocentraline installate l'anno scorso: confortante il responso sull'aria. Successo di firme per la richiesta degli ambientalisti di spiagge libere

L'aria di Otranto è buona, l'acqua del mare anche. Questo in sostanza e in sintesi il resoconto della serata di ieri, dove nella cornice di Piazzetta Alfonso d'Aragona si è tenuta una conversazione sotto le stelle sul tema "Otranto, quale acqua quale aria". L'iniziativa, organizzata dal comune di Otranto in collaborazione con la Provincia di Lecce, Arpa Puglia e Omicron, ha visto la partecipazione del sindaco Cariddi, dell'ass. provinciale all'ambiente, Giovanni Scognamillo, dell'ass. all'ambiente del comune di Otranto, Salvatore Miggiano, del direttore Arpa Puglia Lecce, Elio Calabrese, e dell'amministratore Omicron Srl, Antonio Annibale. L'ing. Pompilio Caramuscio ha svolto il ruolo di moderatore. Fulcro della serata è stata per l'appunto la discussione sulla qualità dell'aria, attraverso la presentazione dei dati relativi alle due bio-centraline installate ad Otranto, in due punti nevralgici della città, lo scorso anno. Ma si è parlato anche dell'acqua del mare e dei metodi di rilevazione della sua limpidezza e qualità. Dati, dunque, più che confortanti quelli raccolti attraverso il metodo del biomonitoraggio, ossia quell'insieme di procedure che utilizzano essere viventi per trarre informazioni sullo stato d'ambiente. Il biomonitoraggio permette di stimare gli effetti biologici dell'inquinamento da parte di organismi bersaglio presenti naturalmente nell'area di studio o appositamente introdotti.

Contemporaneamente alla serata organizzata dal comune di Otranto, a pochi metri dal palco, è stato allestito dal comitato "Giù le mani dalla Costa" e Legambiente un banco di raccolta firme per il ripristino delle percentuali di spiagge libere e spiagge private così come previsto dalla Legge regionale n. 17 del 21 giugno 2006 (60 per cento di spiagge libere e 40 per cento di spiagge private). Per la cronaca, la raccolta firme ha registrato un successo importante, con oltre 500 adesioni fino alle ore 23: la raccolta firme, però, non si fermerà ed andrà avanti fino a settembre. I responsabili delle realtà ambientaliste, fautrici dell'iniziativa, hanno commentato positivamente i risultati, tenendo a precisare a chiare lettere alcuni punti: "Chiediamo - hanno dichiarato - che sia tutto congelato fino alla stesura del piano Coste, compresa anche l'ultima concessione alla Grotta Monaca e proponiamo di ridurre le dimensioni degli stabilimenti privati, in modo da riottenere l'equilibrio perduto. Ma nel computo totale del 60 per cento di spiaggia libera va eliminato quel 40 per cento che per ogni spiaggia libera, viene riservato a spiagge libere con servizi: è questo, infatti, l'escamotage che ha prodotto il disequilibrio di questi anni".

"Chiediamo inoltre - hanno aggiunto - la modifica della legge regionale: ad oggi le spiagge private occupano più dell'85 per cento del litorale otrantino; il restante 15 per cento considera libero gli scogli. Sia ben chiaro che se il nuovo piano coste comporta, infatti, il computo degli scogli quale spiaggia libera, sarà solo una presa in giro e vorrà dire evidentemente che dopo le spiagge ci andremo a vendere anche gli scogli".

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